Benvenuto nella guida più completa online sul fucile subacqueo, partiamo subito con i materiali e le tipologie. Abbiamo due principali tipologie di fucile: l’arbalete, nonché il classico fucile ad elastico, ed il pneumatico, fucile con propulsione ad aria. L’arbalete ha origini molto antiche e nel corso della storia ha avuto una notevole evoluzione.
Il primo modello fù realizzato in bambù poi, nel corso degli anni è stato sempre più perfezionato, infatti oggi l’arbalete è diventato un’arma molto utilizzata da moltissimi pescatori subacquei grazie alla sua semplicità e praticità nell’utilizzo. Il suo principio è molto simile a quello della balestra da cui prende il nome, un’impugnatura dotata di un sistema di sgancio che trattiene un’asta in metallo posizionata sul fusto del fucile.
1.0 – Focus sull’Arbalete
2.0 – Componenti di un Arbalete
2.1 – – Elastici
2.2 – – Ogiva
2.3 – – Asta
2.4 – – Fusto
2.5 – – Impugnatura
2.6 – – Meccanismo di sgancio
2.7 – – Mulinello
3.0 – Fucile subacqueo regole e limiti
Dall’altra estremità, cioè sulla testata, abbiamo un elastico fissato che verrà agganciato alle tacche dell’asta attraverso un’ogiva, creando una spinta in avanti che nel momento del tiro, grazie al sistema di sgancio, permette all’asta di essere scaraventata a forte velocità in avanti. Questa propulsione è data grazie alla forza cinetica creata dal caricamento degli elastici, invece nel modello pneumatico, abbiamo una propulsione creata dalla forte pressione dell’aria.
Il pneumatico fù prodotto parecchio dalle ditte italiane attorno agli anni sessanta, infatti era parecchio utilizzato dai pescatori subacquei ma verso gli anni ottanta l’attenzione si sposta sull’arbalete, grazie alla sua semplicità e facilità nella personalizzazione. Negli anni 2000 invece l’attenzione ritorna sui modelli pneumatici dato che la tecnologia ha perfezionato parecchio questo tipo di fucile.
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Molto utilizzato ed apprezzato ancora oggi soprattutto nelle misure piccole, cioè quelle adatte alla pesca in tana, e a quelle più grandi utilizzate soprattutto nella pesca dei pelagici e grosse prede per le quali è indispensabile l’utilizzo di un’arma parecchio potente. Per quanto riguarda le due categorie, non possiamo dire che una tipologia sia meglio di un’altra perché la scelta è determinata dal gusto personale del pescatore, possiamo però evidenziare i pregi e i difetti di entrambe le categorie:
- Caricamento: è abbastanza semplice in entrambi i modelli, più difficoltoso nei modelli di una certa lunghezza a prescindere dal fatto che sia un fucile arbalete o un pneumatico. Nel caso dell’arbalete abbiamo il vantaggio di poter scaricare l’arma senza dover sparare come, cosa che non possiamo fare con il pneumatico.
- Potenza: a parità di lunghezza possiamo dire che il pneumatico è nettamente più potente grazie alla propulsione creata dall’aria compressa ci permetterà di effettuare tiri molto lunghi soprattutto se caricato ad alte pressioni.
- Allineamento e mira: con l’arbalete riusciremo ad allineare l’asta verso il bersaglio in maniera più precisa dato che l’asta è posizionata sulla parte superiore del fusto, invece che nella parte centrale come avviene nei modelli pneumatici.
- Brandeggio: avremo un miglior brandeggio dei modelli pneumatici grazie alla ridotta lunghezza e all’assenza degli elastici che creano più attrito con l’acqua.
- Rumorosità: è nettamente meno rumoroso l’arbalete, specialmente se utilizziamo un’ogiva in dyneema; mentre il pneumatico nel momento dello sparo produce un tonfo abbastanza rilevante che viene udito anche a parecchi metri di distanza.
- Personalizzazioni e modifiche: l’arbalete è più personalizzabile, infatti può essere allestito con diverse configurazioni e varianti tra tipo di asta e tipo di elastici. Per quanto riguarda gli elastici oltre a poter scegliere il diametro, potremo decidere di usarne anche più di uno contemporaneamente in modo da incrementare la potenza. Nel pneumatico possiamo soltanto maggiorarlo con il kit sottovuoto, aggiungere il mulinello oppure sostituire l’asta.
- Manutenzione: l’arbalete grazie alla sua semplicità non ha bisogno di molta manutenzione, l’importante è che l’arma venga lavata con acqua dolce ogniqualvolta la si utilizzi in mare, ed ogni tanto lubrificata nelle parti metalliche. Gli elastici generalmente vengono cambiati ogni due anni soprattutto se presentano lesioni e segni di usura. Il pneumatico invece ha bisogno di molta cura e manutenzione dato che è composto da un sistema più complesso, infatti necessita di essere sempre controllato e lubrificato dato che basta un granello di sabbia per renderlo inutilizzabile. Per questo è indispensabile effettuare una volta all’anno una completa manutenzione.
1. Focus sull’Arbalete
Sul mercato troveremo molte varianti in lunghezze, tipologie, materiali ed allestimenti. Le lunghezze partono dai 30 cm misure utilizzate per la pesca in tana fino ad arrivare anche ai 160 cm misure utilizzate nella pesca nel blu ai grossi pelagici. Partiamo subito con la descrizione dei materiali:
- Plastica ed alluminio: sono i materiali più utilizzati nella costruzione degli arbalete che troveremo sul mercato. Questi fucili fanno parte della medio/bassa qualità, infatti ci aggiriamo attorno ai 100/200 euro di costo. Sono molto resistenti pratici e facili da utilizzare, insomma sono alla portata di tutti adatti ai neofiti.
- Fibra di carbonio: è un materiale ormai impiegato in parecchi settori, dal telaio delle bici ai componenti delle auto da corsa, questo perché è un materiale molto leggero e allo stesso tempo resistente. Proprio per questo viene utilizzato anche per la creazione di arbalete infatti sul mercato troveremo modelli che possono avere soltanto il fusto in fibra di carbonio oppure altri modelli interamente in fibra di carbonio. Questo materiale viene utilizzato per creare fucili di alta qualità ed è parecchio costoso, infatti un fucile fatto interamente in fibra di carbonio mediamente costa sui 500 euro. La trama del carbonio può avere diverse tipologie ed inizialmente veniva usato il t300, adesso invece viene utilizzato maggiormente il t700 che è ancora più resistente. Molto conosciuto ed apprezzato il modello interamente in fibra di carbonio prodotto dalla C4, un’azienda specializzata nella lavorazione di questo innovativo materiale.
- Arbalete in legno: un fucile molto apprezzato ed utilizzato dai pescatori più esperti grazie al fascino di un prodotto artigianale. I legni più utilizzati sono mogano, noce e iroko che sono molto resistenti, la lavorazione del fusto viene effettuata proprio dall’unione di più listelli di questo tipo di legno. Il legno è un materiale molto semplice da lavorare, esso viene verniciato con resine e colle bicomponente che lo renderanno impermeabile e resistente alle abrasioni. Oltre ad avere una buona facilità di lavoro, il legno gode di un buon peso specifico che permetterà di assorbire parecchio il rinculo prodotto nel momento del tiro.
Molte ditte si sono specializzate nella costruzione di arbalete in legno come ad esempio Gimansub, Contesub, Alemanni. Oltre a queste ditte anche parecchi falegnami ed artigiani si sono anch’essi spinti nella creazione di queste armi molto belle ed affascinanti. Questi fucili hanno un costo che va dai 250 euro a salire, fino anche ad arrivare a più di mille euro, infatti sono utilizzati soprattutto da pescatori esperti.
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2.0 Componenti di un Arbalete
2.1 Elastici
Garantiscono all’arma la spinta che permetterà all’asta di essere scagliata a forte velocità verso il nostro bersaglio. Generalmente abbiamo due tipologie di elastico, quello progressivo e quello reattivo. Con quello progressivo avremo meno difficoltà nel caricamento ed avremo un tiro più progressivo, invece con il reattivo avremo più difficoltà nel caricamento ma un tiro più secco e veloce soprattutto nel rilascio iniziale, la scelta fra i due è molto soggettiva.
I diametri che troveremo in commercio sono 14, 16, 17.5, 18, 19 e 20 mm. Sono anche diametri maggiori ma sono poco utilizzati ed inoltre sul mercato ci sono molte tipologie e grandezze, infatti troveremo elastici circolari oppure paralleli. In quelli paralleli troveremo sempre delle boccole filettate che permetteranno ad essi di essere montati e smontati sia sull’estremità della testata che dall’altro in cui si avvita l’ogiva. Nei modelli circolari avremo soltanto due boccole filettate in cui avviteremo soltanto l’ogiva.
Troveremo anche elastici privi di boccole filettate che vengono tagliati a seconda della lunghezza che ci servirà, infatti il prezzo varia a seconda di modello e lunghezza. In questo modo potremo montare qualsiasi tipo di elastico di qualsiasi diametro decidendo anche con quale fattore di allargamento allestirlo. Quando allestiamo un arbalete con un elastico su misura potremo decidere quale ogiva utilizzare se in metallo o in dyneema, sul mercato troveremo molte varianti di ogiva in metallo. Oltre a questo potremo decidere con quale fattore di allungamento allestirlo ed il fattore di allungamento consigliato mediamente è al 300%. Potremo comunque decidere di superarlo ma in tal caso avremo più potenza ma meno stabilità nel tiro.
Generalmente gli elastici di piccoli diametri vengono caricati con un fattore di allungamento maggiore rispetto a quelli di grosso diametro. Un semplice calcolo ci permetterà di calcolare la lunghezza. Immaginiamo di avere un arbalete da 90 cm lunghezza, questa lunghezza va misurata dalla testata all’ultima tacca dell’esta, quella più vicina all’impugnatura, dividiamo per 3 e poi moltiplicare per 2, il risultato sarà la lunghezza giusta del nostro elastico: (90 : 3) * 2 = 60 cm. In questo caso la lunghezza dell’elastico per avere un fattore di allungamento del 300% sarà di 60 centimetri. Nel caso avessimo degli elastici paralleli basta semplicemente dividere per due il risultato.
E’ comunque importante tenere conto di alcuni fattori come la lunghezza dell’ogiva soprattutto se è in dyneema e la lunghezza dell’elastico che sarà calcolata esattamente dal punto di legatura. Gli elastici, soprattutto quelli di esile diametro, vengono anche utilizzati a coppia, infatti molti arbalete sono dotati di doppio elastico che permettere di incrementare la potenza nel tiro.
2.2 Ogiva
E’ quel componente che trasmette la spinta degli elastici all’asta tramite l’aggancio alle tacche o piccoli perni presenti sull’asta. Abbiamo diverse tipologie di ogive partendo da quelle standard, dotate di boccole filettate, oppure da quelle che vengono applicate direttamente con le legatura attraverso il dyneema. Queste possono avere l’archetto fisso oppure rimovibile e in alcuni modelli anche il terminale in dyneema.
Poi abbiamo l’ogiva interamente in dyneema usata soprattutto nei modelli in legno proprio perché essendo una corda non causa nessun tipo di lesione al fusto. Questo tipo di ogiva è molto silenziosa ma anche parecchio delicata, infatti va sostituita spesso perché è sottoposta ad una certa usura. Inoltre ricordiamo che questo tipo di ogiva è compatibile solo con aste dotate di pernetti e non delle classiche tacche, questo perché le classiche tacche rischierebbero di danneggiare o addirittura tagliare il dyneema.
2.3 Asta
Attualmente si tende a prediligere un’asta che abbia di lunghezza tale da sporgere di poco dalla testata, circa 10- 15 cm. Il diametro generalmente va da 6,25 a 7 mm e va scelto in funzione delle prestazioni attese, quindi dal tipo di pesca. Le aste più piccole (diametro 6, 25mm) vengono usate con fucili meno potenti in tecniche come tana o agguato nel torbido perché esse possiedono una massa minore a paritità di lunghezza rispetto a quelle di diametro maggiore.
Più è grande la massa più l’asta acquista inerzia, cioè il tiro sarà più lungo con conseguente maggiore gittata, però a parità di potenza, installata un’asta più pesante, sarà anche più lenta ma avremo comunque un maggiore forza di impatto sulle nostre prede proprio per la maggiore inerzia. Quindi generalmente per arbalete armati con mono elastico di diametro ridotto si prediligono aste da 6,25mm. Le 6, 50 e 6, 75 mm sono più pesanti e si possono usare negli arbalete armati con doppio elastico. Le 7 mm invece si usano generalmente per i roller o altri sistemi a paranco.
Ovviamente tutto è influenzato dall’assetto del fucile. Su un fucile lungo, per esempio, anche se armato con un doppio elastico potrebbe andarci bene un’asta da 6,25 mm perché se invece salissimo di potenza oltre che di lunghezza a volte è necessaria un’asta di diametro maggiore perché se troppo leggera risulterebbe poco stabile, quindi meno precisa, e potrebbe svergolare sotto l’azione della spinta.
Per tecniche come l’aspetto con fucili potenti, per ottenere gittata e capacità maggiore e maggiore capacità di perforazione nelle carni di pesci di una certa mole, si prediligono aste da 6,75mm e 7mm per arbalete e/o roller potenti.
Il materiale più utilizzato è l’acciaio inossidabile che dona all’asta una buona resistenza chimica e meccanica. Generalmente sono impiegati acciai austenitici o ph (es AISI 630) che possiedono tali caratteristiche. Essi sono poco deformabili (ovvero rigidi) e molto tenaci. Solitamente si usano acciai temperabili non martensitici come ad esempio aisi 4xx e 5xx oltre al citato 6xxI 6xx come il 630 sono tra i più costosi.
Le aste Hunt Diamant ad esempio sono fatte con acciaio ph, sono molto costose ma si piegano e danneggiano meno rispetto ad altri modelli. In commercio abbiamo circa 80 tipi di inox e generalmente le aste migliori sono quelle meno resistenti all’ossidazione ma che conservano elasticità e durezza senza avere comportamenti fragili. Questa cosa si verifica quando oltre alla bontà della lega ci sono i giusti processi produttivi.
Per quanto riguarda l’aletta possiamo dire che nella pesca in tana è opportuno utilizzare un’asta con fiocina o aletta singola alta. Invece nelle tecniche come agguato e aspetto a prede di medie dimensioni è consigliabile utilizzare un’asta con aletta singola. Nelle tecniche come l’aspetto a pesci importanti o uso per roller serve un’aletta doppia o singola bassa.
L’aletta doppia riduce il pericolo di sfilamento ma riduce l’idrodinamicità, la singola invece ha minore resistenza in corsa ma nel caso si chiudesse ci comprometterà la cattura. L’utilizzo di un’aletta bassa o alta dipende dall’assetto fucile-asta, infatti con l’aletta alta l’asta tende a colpire in alto, con l’aletta bassa il contrario, insomma funziona un pò come il flap delle ali di un aereo. Per quanto riguarda le tacche potremo avere quelle classiche oppure quelle a pernetti, l’importante è sapere che l’ogiva va scelta in base al tipo di tacca.
Ad esempio le ogive in dyneema possono essere usate solo con aste dotate di pernetti e non delle classiche tacche che rischierebbero di lesionare l’ogiva stessa. Ovviamente il numero dipende dal numero degli elastici e la tacca di precarica è importante per i fucili lunghi e può essere usata per ridurre la potenza in caso si voglia sparare in tana con fucili parecchio potenti. Per quando riguarda il foro in cui legheremo il monofilo in nylon è consigliabile un’asta con foro terminale nel caso peschiamo in tana, altrimenti quando tireremo l’asta da una tana essa si può incastrare nelle pareti di essa. Nel Libero si consiglia collegare il monofilo in nylon al foro intermedio, in questo modo il terminale può fungere da aletta nel caso si insagoli il pesce riducendo le probabilità di un’eventuale perdita.
2.4 Fusto
Il più diffuso è quello di forma cilindrica ed è solitamente composto in alluminio. Questo tipo di fusto è comune sui fucili economici per neofiti ma con l’avanzamento della tecnologia, oltre ai materiali, si è migliorata anche la forma in modo da ottimizzare il brandeggio dell’arma. Alcuni fusti sono dotati di guida asta, indispensabile se si monta un elastico circolare, nel caso avessimo elastici paralleli il guida asta non è essenziale. Attualmente il fusto cilindrico è poco usato perché è stato sostituito da quello a forma di osso di seppia che rende il fucile molto idrodinamico nei movimenti laterali, i quali vengono parecchio effettuati durante le battute di pesca, soprattutto nella pesca all’agguato.
Nei modelli in legno oltre alla forma ad osso di seppia abbiamo anche modelli che presentano delle parti vuote. Questa tipologia di fusto viene chiamata a doppio profilo alare ed è stato ideata per la prima volta da Seawolf, un’azienda specializzata nella creazione di roller in legno. Con il fusto a doppio profilo alare avremo più leggerezza e brandeggio. Per quanto riguarda i materiali abbiamo tre varianti: alluminio, carbonio e legno. I fucili con fusto in alluminio sono i più economici mentre quelli con fusti in carbonio, oppure interamente in legno, fanno parte di una fascia più costosa utilizzata soprattutto dai pescatori più esperti.
2.5 Impugnatura
E’ un elemento molto importante proprio perchè è la parte da cui prendiamo il nostro fucile. I modelli più diffusi possono essere adatti sia per chi è destro che per chi è mancino, invece altri, avendo un’impugnatura più ergonomica, sono utilizzabili solo per i destri. Per quando riguarda gli arbalete in legno possiamo rendere la nostra impugnatura su misura grazie elle capacità di facile lavorazione del legno. Questo porterà miglioramenti sia nella comodità della presa che nella precisione del tiro. Nell’impugnatura è anche integrata la sporgenza che ci permetterà di facilitare il caricamento, questa sporgenza verrà posizionata sullo sterno nel momento del caricamento . Nei modelli attuali questo prolungamento è allineato con l’asta in modo da migliorare la mira e l’allineamento con l’asta.
2.6 Meccanismo di sgancio
Il meccanismo di sgancio è il sistema che permette all’asta di essere trattenuta mentre il fucile è carico e, nel momento del tiro attraverso il grilletto, permette all’asta di essere rilasciata.Questi meccanismi si sono sempre più evoluti nel tempo diventando molto robusti ed efficienti. Nel caso dei fucili standard abbiamo il meccanismo di sgancio già incorporato nell’impugnatura, nel caso dei fucili in legno o in fibra di carbonio abbiamo invece un meccanismo di sgancio a parte, che viene installato direttamente sulla parte adiacente all’impugnatura. I migliori marchi che producono meccanismi di sgancio per arbalete sono Ermes e Contesub. Questi modelli li possiamo già trovarli installati anche su arbalete in legno o carbonio di diversa produzione, perché spesso in un prodotto abbiamo una produzione diversa per ogni componente.
2.7 Mulinello
Non è indispensabile ma di certo è sempre meglio averlo istallato sul nostro arbalete. Ci permette di avere molti vantaggi, ad esempio è indispensabile per il recupero di grosse prede o nella pesca in tana dato che ci permette di stanare un pesce effettuando più tuffi senza lasciare l’arma sul fondo. In commercio abbiamo moltissimi modelli sia in plastica dura che in acciaio che anche misti, anche le misure e le capacità possono variare. Abbiamo modelli con capacità di 20 m di dyneema ed altri che arrivano anche a 50 m. Sono tutti dotati di frizione ed i prezzi variano dai 15 fino ai 60 auro per i modelli migliori.
3.0 Fucile subacqueo regole e limiti
L’età minima per possedere un fucile subacqueo è di 16 anni, verranno sanzionati nel caso di trasgressione di questa legge sia il possessore che il genitore che affida l’arma al figlio. Per quanto riguarda i luoghi invece ne è vietato l’utilizzo nelle vicinanze di zone balneari, porti e luoghi affollati, esso può essere caricato e scaricato solo in acqua e distante da eventuali balneari. E’ vietata la caccia subacquea nelle ore buie ma solo durate il giorno o in prossimità dell’alba e del tramonto. Infine è vietato l’utilizzo con aereatori o bombole ed è obbligatorio l’uso della boa di segnalazione.
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